
Benedetta Dentamaro & Antonino Barbera Mazzola
22 Maggio 2020

Una volta riveduto il ‘social distancing’, resteranno le cicatrici di misure in debito adottate dai governi per affrontare l’emergenza. Un debito contratto in poche settimane, ma che avrà strascichi duraturi sulle generazioni più giovani.
Inoltre, finita l’emergenza, la preoccupazione per il clima non deve passare in secondo piano rispetto all’esigenza di far ripartire l’economia – anzi, bisogna accelerare e moltiplicare gli investimenti ‘green’.
Quando saranno rilassate le misure restrittive dovute alle pandemia, avremo un bisogno urgente di rilanciare la crescita economica e di creare posti di lavoro. Dobbiamo rifiutare l’equivoco che ci porterebbe a sacrificare l’azione climatica in favore dell’attività economica. Il conflitto tra i due obiettivi non esiste, perché il contrasto al cambiamento climatico può divenire una grande opportunità di mobilitazione di investimenti e creazione di posti di lavoro ‘green’. Pensiamo a investimenti in settori quali i trasporti, l’efficienza energetica negli edifici, lo smart working, gli imballaggi ecosostenibili, le infrastrutture di prevenzione e risposta ai disastri naturali.
Un’ulteriore leva per coniugare ecologia e obiettivi economici è data dalla possibilità di finanziare l’Unione E uropea con nuove fonti proprie, senza gravare ulteriormente sui bilanci degli stati membri. A questo scopo, la Commissione europea aveva già proposto per il periodo 2021–2027 un’aliquota sugli introiti dal sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE e la tassazione dei rifiuti di plastica non riciclabile.
Sarà utile seguire le negoziazione del bilancio pluriennale e delle voci di spesa che verranno inserite per reagire all’emergenza sanitaria e socio-economica e per mettere in pratica il Green Deal.
Inoltre, non dobbiamo scordare che il rischio di nuove pandemie o disastri naturali può essere sostanzialmente ridotto migliorando la relazione tra attività umana ed equilibri del pianeta. Modificare le nostre abitudini alimentari e di movimento porterebbe altri benefici tangibili, come il miglioramento della qualità dell’aria e della salute pubblica.
Infine, la crisi sanitaria rende improrogabile la definizione di un patto tra le generazioni. Le caratteristiche della diffusione del coronavirus hanno separato figli e genitori, nonni e nipoti, abituati a vedersi di frequente. Molti over-65 non sanno tuttora quando potranno riabbracciare i propri cari, e tanti altri sono morti prima del dovuto. In questo momento di disagio, è nostro dovere proteggerli e contemporaneamente consegnare alle nuove generazioni un pianeta più stabile.
Antonino Barbera Mazzola e Benedetta Dentamaro
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