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22 Aprile 2019

Ogni anno il 22 aprile si celebra la nascita del moderno movimento ambientalista.
Certo, non è nato tutto in un giorno. Ma nel lontano 1970, con la guerra del Vietnam che infuriava e Simon&Garfunkel in cima alle classifiche, venti milioni di cittadini statunitensi manifestarono in massa per la prima volta contro l’inquinamento. Quella giornata di manifestazioni si tenne proprio il 22 aprile, sull’onda dell’emozione per una disastrosa fuoriuscita di petrolio che era avvenuta nel gennaio dell’anno precedente, al largo della California, uccidendo più di diecimila uccelli, delfini, foche e leoni marini.
Non si parlava ancora di cambiamenti climatici, ma per la prima volta vennero messi sotto accusa l’inquinamento dell’aria, la contaminazione delle acque, l’uso dei pesticidi e la distruzione di alcune specie selvatiche, che fino a quel momento erano stati parte integrante dell’idea di progresso.
Se avete dimestichezza con l’inglese, potete leggere qui la storia in tutti i suoi dettagli.
Col passare degli anni, sempre più Paesi del mondo hanno iniziato a celebrare il “Giorno della Terra”. Non sempre è stato accompagnato da manifestazioni: il più delle volte ci si è limitati a organizzare eventi, incontri e conferenze per sensibilizzare i cittadini.
Si è formato anche un Earth Day Network, che di fatto è la più grande associazione ambientalista del globo.
Saranno i suoi rappresentanti italiani, riuniti in Earth Day Italia, a promuovere i numerosi appuntamenti che questa settimana costelleranno le città del Belpaese, dal “Villaggio della Terra” di Villa Borghese agli “Happy Earth Days” del Museo Madre di Napoli, dalla mostra di fumetti di Forlì ai workshop di Cefalù, tutti a sostegno dell’ambiente e della sua protezione.
Earth Day Italia ha anche un suo organo di stampa ufficiale.
Il Giorno della Terra (Earth Day)
non va confuso con il Giorno dell’Indebitamento (Earth Overshoot Day).
Quest’ultimo è il giorno dell’anno in cui si calcola che l’umanità abbia finito
di consumare la quantità di risorse naturali che l’ecosistema può rigenerare in
quell’anno — ad esempio le emissioni di gas serra che foreste e oceani possono
riassorbire, o i pesci che possono riprodursi — e quindi si ritrova “in debito”
verso il pianeta. Come è facile immaginare, la data si sposta ogni anno.
Nel 1998 il Giorno dell’Indebitamento è caduto il 1° ottobre, nel 2008 il 23
settembre, nel 2018 il 1° agosto. È forse l’indicatore che rende meglio la
velocità folle con cui stiamo saccheggiando le risorse naturali.
Esiste anche un concorso
tra le scuole a chi indovina prima quale sarà il prossimo Giorno
dell’Indebitamento.
Una data da tenere d’occhio, quindi, ma che col compleanno dell’ambientalismo
ha poco a che fare.
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